Arco e addestramento militare nell'esercito bizantino

L’addestramento militare, nonché tutta la teoria preparatoria al tiro con l’arco nell'esercito bizantino, si fondava sul principio secondo il quale il tiro doveva possedere tre caratteristiche principali: precisione, forza e velocità.

Nei manuali militari bizantini questi concetti venivano così ribaditi.

"Il successo nel tiro con l'arco dipende da: precisione, capacità d'offesa, abilità nel colpire a distanza, velocità e perizia nel difendere il proprio corpo.
Questi cinque punti sono i pilastri sui quali poggia l'arcieria, e il vero arciere è colui il quale li padroneggia completamente...
Se la freccia colpisse il bersaglio, ma con scarsa forza, sarebbe inefficace. Al contrario, se la freccia fosse capace di ferire ma non fosse precisa, sarebbe inutile.
Se la freccia fosse allo stesso tempo, precisa e mortale ma l'arciere non fosse capace di difendersi dal nemico, quest'ultimo lo ucciderebbe. Ancora, se l'arciere fosse preciso, capace di ferire, abile nel proteggersi, ma mancherebbe di velocità nell'esecuzione, l'arciere avversario prevarrebbe su di lui grazie ad una maggiore velocità. Infine, se le quattro condizioni elencate fossero tutte soddisfatte senza che però l'arciere si tenga ben distante dal nemico, il suo antagonista potrebbe ucciderlo. Infatti, è solo perché il tiro con l'arco può essere usato a distanza dal nemico, che è stato ritenuto come superiore alle altre tecniche di combattimento. Più grande sarà la distanza dalla quale l'arciere tira, tanto maggiore sarà il danno che potrà infliggere al nemico (con minori rischi per la propria incolumità)."

Tratto da: Amatuccio Giovanni, PERI TOXEIAS, l’arco da guerra nel mondo bizantino e tardo antico, Editrice Planetario, 1996